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<<CURRICULUM
IL VALORE
POSITIVO DELLA BUGIA
Mentire è un comportamento diffuso, tipicamente
umano, non è tipico dell'adolescenza, né necessariamente
un indice di psicopatologia; di solito viene valutato infatti da un punto
di vista etico più che psicopatologico.
Non appena i bambini sono in grado di utilizzare il linguaggio con sufficiente
competenza sperimentano la possibilità di affermare a parole una
verità del desiderio e del sentimento diversa da quella oggettiva.
E' noto che i bambini non hanno la stessa proprietà di linguaggio
degli adulti, per cui spesso gli adulti chiamano bugia ciò che
per il bambino è espressione di paure, di bisogno di rassicurazione
o di percezione inesatta della realtà.
Si può parlare di bugia quando si nota l'intenzione
di "barare", e comporta un certo livello di sviluppo. Nei bambini
avviene come messa alla prova per misurare poi la reazione degli adulti
al suo comportamento. Nel crescere assume anche altri significati.
Le motivazioni alla base del mentire possono essere diverse: alcune bugie
servono a nascondere, altre ad esibire, vi sono bugie pubbliche e bugie
private. Ogni età e ciascuno dei due sessi ha le proprie bugie
tipiche.
Qualche volta la bugia si identifica con la disobbedienza:
se obbedienza è fare ciò che viene richiesto, comportamento
apprezzato e desiderato dai genitori, requisito necessario per una buona
interazione con il bambino, la mancanza di obbedienza non è necessariamente
un dato negativo. La capacità di "mentire" può
essere considerata una conquista cognitiva attraverso la quale il bambino
cerca la sua posizione e indipendenza nel contesto familiare. Questo esercizio
permette di sviluppare un proprio pensiero, ma anche le abilità
e le strategie sociali, che lo aiuteranno ad esprimere la sua autonomia
in modi socialmente accettabili
Dal punto di vista dello sviluppo ciò che
ci preme segnalare è il passaggio dal raccontare la semplice bugia
all'esibire abilità più complesse quali la capacità
di contrattare e di negoziare.
Decisamente significativo su tale svolta l'atteggiamento delle figure
educative, dai genitori agli insegnanti, che devono essere fermi sul limite,
chiari sul valore e sulla leicità delle varie condotte, supportivi
nel dare spazio..ovvero un mix per nulla facile da realizzare.
In alcuni casi, specie a partire dall'adolescenza, motivo psicologico
tipico della bugia è il bisogno di nascondere parti di sé;
in questo caso essa viene utilizzata per proteggere un segreto, spesso
un Sé ancora troppo insicuro per mostrarsi in pubblico. La parte
di Sé che si sceglie di nascondere può essere di volta in
volta diversa: la propria pochezza e dipendenza infantile, o all'opposto,
la nuova identità, il corpo e la mente che crescono.
E' caratteristica dei maschi l'uso della bugia come esagerazione delle
proprie qualità; non a caso questa motivazione psicologica della
bugia è diffusa nella prima parte dell'adolescenza, quando a una
vaga sensazione di potenza in fieri, non si accompagna ancora la percezione
di competenze in grado di tradurla in atto.
Per le femmine mentire può essere più
facilmente connesso ad un clima relazionale di confidenze e segreti giurati
e poi traditi, ad un gioco di rilevazioni e nascondimenti. Questi diversi
stili rimandano ad un differente rapporto con l'ideale di ruolo sessuale,
con un immagine del Sé sessuale maschile più esibita ed
un immagine del Sé femminile più giocata sulla ritrosia,
sul nascondere e rivelare.
Ci sono ragazzi che mentono solo in uno specifico contesto relazionale,
in famiglia o a scuola, con gli amici o nei rapporti sentimentali. In
questi casi sarà un aspetto specifico del Sé ad essere nascosto
ad un determinato interlocutore.
L'uso della bugia in adolescenza può dunque indicare una difficoltà
di integrazione dei diversi aspetti di Sé, in una fase evolutiva
in cui i mondi relazionali non sono ancora integrati tra loro.
In questo caso mentire è una esigenza fisiologica di carattere
difensivo, finalizzata a proteggere aspetti di Sé ancora molto
fragili; l'uso della bugia contribuisce infatti alla costruzione di uno
spazio privato del Sé. Saper mentire è da questo punto di
vista un'espressione iniziale della capacità di tenere le cose
per sé, di tollerare, di avere uno spazio privato, segreto, non
condiviso con altri.
Un esempio è la storia di Henri Potter, dove
il vivere in mondi paralleli, un po' magici, permette di meglio esprimere
i vari aspetti del Sé e di integrarli con maggiore chiarezza.
Un adolescente che non è in grado di sottrarsi allo sguardo dei
genitori e chiede di essere approvato in ogni suo comportamento, anche
trasgressivo, segnala, con il bisogno di condividere ogni esperienza emotiva
e comportamentale, la difficoltà a rendersi autonomo. In questo
senso la confidenza che alcuni genitori, in genere le madri, pretendono
dai figli e soprattutto dalle figlie, sulla loro vita sentimentale e sessuale,
e che qualche volta vantano di ottenere - "Guardi, ne sono certa,
mia figlia mi racconta proprio tutto, sono io la sua migliore amica
"
- rappresenta una violazione del nuovo Sé che va costruendosi e
che si definisce alzando pareti divisorie fra la propria vita emotiva
e quella dei genitori.
Per concludere vorremmo soffermarci sul ruolo positivo
della bugia negli adulti. Alle volte nascondere la verità a noi
stessi può aiutarci ad affrontare meglio le situazioni problematiche.
Chiameremmo "autoinganno terapeutico" quella abilità
di un soggetto a costruirsi visioni della realtà che lo conducano
a cambiare le sue disposizioni e reazioni disfunzionali.
Una strategia che illusoriamente crediamo ci aiuta a vivere meglio si
basa sul fatto che se ad un individuo per esempio piace pensare che un
evento è vero può ripeterselo nella mente, scriverlo e citarlo
ripetutamente con formulazioni diverse, sino a persuadere altri di ciò
di cui vuole persuadere sé stesso. Se riuscirà ad ottenere
tale scopo, quello della persuasione altrui, avrà costruito una
credenza stabile nella sua mente, ma dovrà poi affrontare lo sforzo
continuo di tenere in piedi un castello che può crollare da un
momento all'altro. Nulla paga di più della chiarezza, senza per
questo dover rivelare i propri più profondi e intimi pensieri.
Dott.ssa Elena Cristofori, psicologa
Dott.ssa Barbara Rossi, psicologa - psicoterapeuta, individuale e di gruppo
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